Addio Windows 7

Il 14 gennaio 2020 è stato l’ultimo giorno di vita per Windows 7, infatti in quel giorno il sistema operativo di Microsoft ha raggiunto, dopo 9 anni dalla sua uscita, quella che in gergo si chiama End Of Life (EOL).
In realtà una prima “morte” era già stata programmata per il gennaio 2015, data in cui veniva cessato il supporto primario (mainstream) di Windows 7 ed era iniziata la fase di supporto esteso (extended).

Il raggiungimento della EOL significa che il sistema operativo non riceverà più nessun aggiornamento per la correzione di bug, rendendo di fatto il software vulnerabile ad attacchi esterni da parte di malware, ransomware e tutte le numerose minacce che circolano.
Come ha sempre fatto anche con XP, Microsoft continuerà a supportare i clienti che non volessero o potessero passare a una versione più recente del sistema ma questo supporto sarà esclusivamente a pagamento.

Nel periodo di supporto “mainstream”, un sistema operativo Microsoft riceve il supporto completo, ovvero vengono forniti gli aggiornamenti di sicurezza per i bug e vengono apportate anche migliorie di funzionamento.
Un sistema operativo che si trova nel periodo di supporto “extended” non riceve nessuna modifica o miglioria ma solo il fix dei bug eventualmente scoperti.

Va detto che niente e nessuno vi può impedire di continuare ad usare WIndows 7, anche dopo il 14 gennaio, ma è bene sapere che un sistema operativo obsoleto e non aggiornato costituisce un grosso rischio per attacchi di malintenzionati, con possibili ripercussioni e perdita dei dati.

Basti ricordare che Windows 7 è stato ampiamente colpito dal malware WannaCry nel 2017 e senza patch di sicurezza è ancora vulnerabile ai recenti attacchi BlueKeep oltre che agli altri problemi mitigati da Microsoft lo scorso agosto.

Si valuta che nel mondo esistano ancora milioni di computer che eseguono Windows 7 e tutti questi computer sono ora aperti ad ogni tipo possibile di attacco che dovesse venire scoperto dal 14 gennaio in avanti.

La ragione che sta dietro a questa, apparentemente incomprensibile, lentezza nel passare a Windows 10 è insita nel fatto che moltissimi di questi computer sono utilizzati per far girare software complessi, scritti magari parecchio tempo fa e che non possono essere più aggiornati o anche semplicemente eseguiti così come sono sulle nuove versioni di sistema operativo.
Un altro motivo di rallentamento è sicuramente legato alla necessità di aggiornare anche l’hardware del computer, dato che questo potrebbe richiedere una sostituzione completa visti i maggiori requisiti hardware richiesti da Windows 10 rispetto a Windows 7